LA CARIE E LE CAVITA' DENTARIE PDF Stampa E-mail
ODONTOIATRIA - ODONTOIATRIA OGGI
Scritto da Administrator   
Sabato 22 Giugno 2013 13:54

 

La Carie è una malattia che va diagnosticata e curata da un Odontoiatra. Colpisce la dentatura naturale sana, sia  decidua o da latte e sia permanente. Si manifesta con la degenerazione dei tessuti del dente naturale (smalto e dentina), che prima vengono rammolliti e poi disintegrati. La Carie si può trasmettere da un dente naturale ad un altro (contiguo) nella stessa bocca, ma non da una bocca ad un'altra. Spesso, denti naturali affetti da carie collocati su un'emiarcata trovano uguale affezione cariogena nei corrispondenti denti sull'altra emiarcata, bilaterale, sia che appartengano all'arcata mascellare superiore che all'arcata del mascellare inferiore.

 

- CARIE DEL COLLETTO SU INCISIVI SUPERIORI -

 

 

Esistono diverse teorie che spiegano questa malattia:

1. Teoria chimica: l'acidità della saliva  causa la decalcificazione dei tessuti dentari, smalto e dentina;

2. Il fenomeno della decalcificazione avviene a causa  degli acidi prodotti dalla flora batterica presente in bocca;

3. Altra teoria prima si ha la decalcificazione del dente e poi la penetrazione dei batteri all'interno dei tessuti dentari;

4. Prima i batteri penetrano all'interno dei tessuti dentari e poi si ha la decalcificazione del dente;

5. La struttura lamellare del dente, poco compatta, favorisce l'attacco dei batteri che causano la decalcificazione;

6. Le microlesioni provocate dalle sollecitazioni che sottopongono a sovraccarico le superfici dentarie ed in particolare quelle occlusali masticatorie;

7. Lesioni provocate da forze d'attrito che causerebbero lo sfaldamento dello smalto;

8. Lesioni provocate da pressione, attrito, fatica, possono avere importanza nella patogenesi della malattia della carie perchè su di esse potrebbero instaurarsi processi necrotici, chimici, batterici, responsabili dell'evoluzione della carie;

9. Cariogenicità degli alimenti;

La carie, colpisce la struttura dentaria in particolari zone dette superfici;

Le superfici dentarie si suddividono in:

1. Superficie Vestibolare - la zona visibile del dente, la parte anteriore, quella estetica, che va a contatto con la guancia;

2. Superficie Mesiale - la zona del dente che più si avvicina alla linea mediana - (linea verticale immaginaria collocata ed allineata al centro dei due incisivi centrali sia superiori che inferiori);

3. Superficie Occlusale o Bordo Libero - la parte finale del dente, la punta, il bordo, degli incisivi e canini sia superiori che inferiori, destinata al taglio dei cibi;

4. Superficie Occlusale e Masticatoria - la parte finale del dente, quella larga dei premolari e molari sia superiori che inferiori, con cuspidi, fossette, solchi, destinata alla triturazione dei cibi;

5. Superficie Distale - la zona del dente che più si allontana dalla linea mediana;

 

La distruzione del tessuto dentario provocata dalla carie dà origine alle cavità.

Le cavità sono suddivise in 5 classi:

I classe - II classe - III classe - IV classe - V classe;

Le cavità di classe I riguardano:

- la superficie triturante dei premolari e dei molari sia dell'arcata mascellare  superiore che dell'arcata mascellare  inferiore;

- le fossette delle superfici vestibolari dei molari dell'arcata mascellare  inferiore;


- le fossette palatine dei molari dell'arcata mascellare superiore;


- le superfici occlusali e il tubercolo del gruppo incisale sia dell'arcata mascellare  superiore che dell'arcata mascellare inferiore;


Le cavità di classe II riguardano:

- le Superfici prossimali dei premolari e molari sia dell'arcata mascellare  superiore che dell'arcata mascellare inferiore;


Le cavità di classe III riguardano:

- le Superfici prossimali degli incisivi e dei canini, sia dell'arcata mascellare  superiore che dell'arcata mascellare inferiore;

Le cavità di classe IV riguardano:

- le Superfici prossimali degli incisivi con scomparsa di un angolo incisivo , sia dell'arcata mascellare  superiore che dell'arcata mascellare inferiore;

Le cavità di classe V riguardano:

- i colletti di tuttii denti;

La carie è una malattia che può essere anche completamente prevenuta con interventi molto semplici da realizzare;

Innanzi tutto, è compito della madre seguire una dieta appropriata sotto l'aspetto nutrizionale, già nella fase della gravidanza, poichè  la formazione dei denti dell'individuo, avviene nell'embrione nel terzo mese di gestione.

Nel corso dell'età infantile, l'individuo deve ridurre quantità e frequenze di alimenti ad alto rischio cariogeno, in particolare lo zucchero appiccicoso che in alte concentrazioni e attraverso il potere adesivo, concentra notevolmente l'azione cariogena sui tessuti dentari.

Ecco di seguito riportati i cibi ad alto potere cariogeno:

1. MIELE

2. CARAMELLE contenente GLUCOSIO


3. MENTINE contenente ZUCCHERO

4. CHEVING-GUM contenente ZUCCHERO

5. DATTERI SECCHI

6. FICHI SECCHI


7. TORTA CON MIELE


8. PANE con MIELE


9. PANE con MARMELLATA

10. BRIOSCHE e MERENDINE

11. BANANE

12. CIOCCOLATO al LATTE

13. TORTE alla FRUTTA

14. SUCCHI di FRUTTA

15. BEVANDE VARIE (THE - COLA ) contenenti ZUCCHERO

16. PANE con BURRO e ZUCCHERO

17. FORMAGGI MOLLI

18. FORMAGGI STAGIONATI

19. LATTE  ZUCCHERATO;

Bisogna, altresì prestare molta attenzione agli ingredienti riportati nelle etichette dei cibi che si acquistano, poichè  sempre più spesso sostanze zuccherate vengono aggiunte in tante pietanze "insospettabili".

Lo zucchero è immesso nella carne in scatola, nelle salsicce, nelle salse, nelle zuppe, nella senape, nelle frutte e verdure in scatole pronte ecc.

Per evitare rischi cariogeni è utile integrare la dieta con sostanze che inibiscono la carie, come i fluoruri e i fosfati.

Le cervella e le animelle degli animali, sono ricche di fosfati mentre i fluoruri sono presenti in alcune acque minerali con una concentrazione ideale  di 1 mg per litro.

Altra componente importante di prevenzione della carie è l'igiene orale.

Ogni volta che si mangia, inevitabilmente i denti si "sporcano" di tutte quelle sostanze alimentari che si ingeriscono. Se queste sostanze non vengono immediatamente rimosse ma rimangono a contatto con la dentatura, queste danno origine, inizialmente, a quella che viene definita placca dentale.


La placca dentale è costituita da batteri, che si moltiplicano in continuazione in un contesto favorevole, i quali, scindono gli zuccheri penetrati nella sostanza base e li trasformano in acidi. Gli acidi a loro volta, distruggono lo smalto e gli altri tessuti dei denti.

La placca dentale non immediatamente rimossa non è visibile ad occhio nudo, ma questo solo per le prime ore, per la sua natura gelatinosa e incolore. Ma dopo alcuni giorni è ben visibile, per uno strato giallino che si espande dallo spazio interdentale fino alla zona del colletto del dente.

E' possibile meglio individuarla attraverso dei coloranti - pastiglie rivelatrici di placca - che si sciolgono in bocca, con la raccomandazione di non ingerire la sostanza colorata.

Questi coloranti servono a far risaltare quella patina gelatinosa (placca dentale) che si forma sui denti e sulle mucose orali, costituita oltre dai batteri, da carboidrati e proteine di origine alimentare e contenente  milioni di germi fra cui lo streptococco mutans ed il lactobacilli.

Nella placca dentale esistono anche particelle di destrani e levani sviluppati sia dal saccarosio che dai batteri.

La  placca dentale non immediatamente rimossa sviluppa ed aggrega batteri patogeni, in grado di favorire processi biochimici che determinano carie dentale.

Gli strumenti ideali per rimuovere la placca dentale sono :

- spazzolino dentale - manuale o elettrico;


- filo interdentale;


- idropulsore elettrico;





Una tardiva rimozione della placca dentale, se ancora trascurata, nel giro di poche settimane, dà origine ad un fenomeno di trasformazione, da gelatinosa a calcaree: il tartaro.


I batteri in questa situazione producono delle tossine che possono dare origine a processi infiammatori a carico della gengiva aderente del dente, la gengivite marginale,

Questo diventa il 1° stadio della malattia parodontale.

Il tartaro formato può essere rimosso solo dall'Igienista Dentale o dall'Odontoiatra con appositi strumenti.


 

 

 


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Ultimo aggiornamento Domenica 01 Dicembre 2013 10:39